Come trovare un nuovo equilibrio con la natura grazie al design biofilico
la casa che cura
Per garantire una continuità estetica tra l’interno e l’esterno della casa, il gres porcellanato di Marazzi, qui nel formato ampio di 120×120 centimetri, è impermeabile, antiscivolo, resistente al freddo e al fuoco
La nostra specie ha evoluto capacità di adattamento ai paesaggi naturali e non agli ambienti artificiali creati dall’uomo. Un’affinità ancestrale e biologicamente radicata che dimostra che siamo “programmati” per sentirci a nostro agio nel verde. È curioso dover evidenziare un concetto così fondamentale. Nonostante ciò, gran parte del nostro habitat è composto da uno spazio costruito dove, tra casa, lavoro e luoghi di altre attività quotidiane, trascorriamo all’interno di quattro mura ben il 90% del nostro tempo. Questo è il motivo per cui, come dimostrano numerosi studi e ricerche, la mancanza di contatto sufficiente con la natura può portare a conseguenze psico-fisiche negative. «Oggi esiste un nuovo tipo di stress che è quello ambientale», osserva Rita Trombin, presidente di Aib, Accademia italiana di biofilia, e psicologa ambientale. «Ad esempio, l’inquinamento e il caldo eccessivo portano il cervello a uno stato di allerta che percepisce l’esterno come una minaccia. Al contrario, il contatto con la natura attiva il sistema parasimpatico, il quale promuove la tranquillità, la rigenerazione e il rilassamento».
Rita Trombin, psicologa ambientale ed esperta in biophilic design, è presidente di Aib, Accademia Italiana di Biofilia
Ed è qui che si inserisce il design biofilico, una scienza dedicata a trovare un equilibrio tra uomo e natura in questo “nuovo mondo”. «La parola stessa lo spiega bene: bio significa vita e filia indica amore. Ha origine dal greco, traducendosi letteralmente in amore per la vita e descrive il legame innato che l’essere umano ha con la vita. Utilizzata per la prima volta dal sociologo tedesco Erich Fromm e, venti anni dopo, negli anni Ottanta, dal biologo Edward Wilson, questi due importanti studiosi hanno dimostrato quanto sia cruciale la natura per il benessere emotivo e fisico: aiuta a ridurre lo stress, migliora le capacità cognitive, eleva l’umore, offre benefici fisiologici e favorisce la guarigione».
Non dimenticando un altro tema spesso trascurato: «Oltre al benessere sociale e ambientale, la biofilia favorisce anche il benessere economico», evidenzia Trombin. «La ricerca scientifica dimostra quanto investire in questa connessione, attraverso spazi, esperienze e conoscenze biofiliche, porti a un ritorno sugli investimenti notevole. La pubblicazione The Economics of Biophilia (Terrapin Bright Green, 2023) presenta analisi economiche dettagliate per contesti come uffici, scuole, retail, ospitalità, sanità e comunità. Il quadro economico che emerge dalla ricerca suggerisce che la biofilia rappresenti un’opportunità di investimento con rendimenti misurabili a livello di progetto».
Sebbene sia stata teorizzata solo pochi decenni fa, questa forma di progettazione sta attirando sempre più l’attenzione di architetti e progettisti. «Spesso il biophilic design è considerato un trend. Tuttavia, non è così, poiché si collega alla dipendenza umana dalla natura. L’Accademia italiana di biofilia si propone di promuovere questa consapevolezza e buone pratiche. E desidera farlo mettendo l’Italia al centro di un cambiamento positivo nella società a livello internazionale. Il nostro Paese ha solide basi, basta osservare la progettazione storica e lo stile di vita, pensando ad esempio alla cultura culinaria. Oggi l’essere umano è un cittadino e, in quanto tale, deve avere l’opportunità di interagire quotidianamente con il mondo naturale. Un esempio è la città di Verona, riconosciuta come la prima città biofilica d’Italia proprio perché ha raggiunto l’ambizioso obiettivo di mantenere il verde al centro della pianificazione urbana».
Ma anche nel nostro piccolo possiamo dare un contributo significativo che va oltre i più semplici e familiari cliché, come riempire l’appartamento di piante. Trombin ne ha parlato in occasione dell’evento Powerful spring di Lidl Italia, organizzato per offrire idee e suggerimenti su come integrare la natura negli spazi domestici. Ma attenzione: «Integrare una ricca esperienza di biofilia in un ambiente chiuso è molto positivo, ma non risolve il problema di una natura sempre più distante. La ricerca indica che dovremmo comunque assicurarci ogni giorno di trascorrere almeno 20 minuti a contatto con il verde. Soprattutto in compagnia di altre persone: questa esperienza, condivisa, diventa una medicina ancora più potente poiché l’essere umano è un animale sociale. Un’ottima attività è prendersi cura di un orto sul terrazzo insieme ad amici e condomini».
E c’è un altro strumento chiave inaspettato: «Non dobbiamo sottovalutare l’impatto delle fotografie. È possibile accedere alla natura anche in modo digitale».
Sfruttare il tetto aiuta a portare più luce naturale in casa. Le finestre Velux contribuiscono anche a migliorare la qualità dell’aria e il clima interno
Che altro possiamo fare? «L’orto, le piante e la stampa di immagini sono solo l’inizio. È fondamentale massimizzare la luce solare poiché il nostro cervello è profondamente sintonizzato con essa. E deve essere dinamica, giocando ad esempio con le ombre. Così come l’aria, è importante equilibrarne temperatura e umidità. E ancora: preferire materiali naturali e selezionare suoni e profumi».
È bene prediligere arredi realizzati in materiali naturali come la pietra, il marmo, il bambù, il sughero o il legno come la poltrona Kangaroo di Hommage à Pierre Jeanneret per Cassina che si ispira allo spirito tradizionale indiano (foto Valentina Sommariva)
Quali scegliere? «Non posso fornire consigli specifici. Ognuno di noi ha un rapporto unico con la natura e sarà facile e intuitivo capire come integrarla nel modo migliore negli spazi domestici. Questo aiuterà a creare un rifugio che non solo riflette la nostra essenza interiore, ma ci sostiene in ogni aspetto della nostra vita. Per questo motivo, non possiamo fare a meno di prenderci cura della nostra casa, affinché essa si prenda cura di noi».