A caccia di nuove funzioni (e dell’ennesima variazione di forma)
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Segni di Lanzavecchia + Wai per Orografie
Quando, nel 1956, Charles e Ray Eames introducono la Lounge Chair & Ottoman, non creano solo una poltrona di grande bellezza, ma delineano un nuovo modo di concepire il relax, ideale per la società del Boom. Analogamente, nel 1968, Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro rivoluzionano il concetto di comfort con la Sacco di Zanotta, realizzando la prima poltrona nella storia che non impone la propria forma all’utente, ma si adatta a esso. Ad aprile, con Tamburound, Edward Barber e Jay Osgerby collaborano con Cassina per creare la prima poltroncina da tavolo girevole, offrendo uno strumento prezioso per l’interazione sociale contemporanea: è più facile conversare con chi si trova accanto se a muoversi è la sedia anziché il collo.
Barber Osgerby firma la poltroncina Tamburound per Cassina: schienale e seduta ruotano indipendenti l’uno dall’altro con un sistema girevole sviluppato dall’azienda di Meda, incoraggiando un’interazione più dinamica tra i commensali (foto Andrea Bartolucci)
Esiste ancora spazio, nel settore dell’arredamento, per esplosioni creative come queste, che periodicamente non si limitano a produrre forme nuove e affascinanti, ma registrano e accolgono gesti, riti e rituali di una società in trasformazione? Progettare una funzione è ben diverso dal progettare un mobile. «Disegnare una funzione», chiarisce Vincenzo Castellana, direttore artistico del marchio siciliano Orografie, «significa andare oltre l’ennesimo modello di tavolo o sedia: implica rispondere a un bisogno spesso non ancora definito e conferirgli un riconoscimento estetico che si traduce anche in un valore sociale». Orografie è parte di un gruppo di realtà impegnate a restituire l’immagine di uno spazio domestico composto da arredi ibridi e multifunzionali, frutto di un’analisi sui nuovi gesti che si traduce in un design innovativo.
Il divano, centro della vita domestica, con Harper di Antonio Citterio per Flexform incorpora coffee table e portariviste sostituendo al braccialo un ripiano contenitore rivestito in cuoio
Nascono così Allodola e Triplex, l’asta in legno per cellulari firmata da Francesco Faccin e il centrotavola in ceramica di Andrea Branciforti, che sanciscono il ruolo sempre più centrale dello smartphone nell’ambiente domestico e nelle nostre vite sempre più ibride, a metà tra analogico e digitale.
Allodola di Francesco Faccin per Orografie è l’asta reggi-cellulare, portatile, che sdogana per sempre il ruolo del device elettronico in casa. In legno massello di rovere e pietra lavica
È così che nasce anche Segni, il sistema di panche progettato da Lanzavecchia + Wai per adattarsi a tutte quelle posture un tempo considerate anomale, tipiche delle generazioni dai millennial in giù, difficili da catalogare negli standard dei mobili tradizionali.
Nato da un’indagine sulle nuove posture delle generazioni più giovani, Segni di Lanzavecchia + Wai per Orografie è il sistema di panche che asseconda gesti in cerca di un riconoscimento non soltanto estetico, ma anche sociale (foto Irene Tranchina)
Infatti, se casa e ufficio si confondono in un contesto ibrido – come hanno scoperto anche gli adulti in smart working – ci sono necessità che richiedono sistemi al servizio dei nuovi bisogni.
Zenit di Giuseppe Bavuso per Rimadesio: un contenitore con apertura a ribalta della libreria modulare può servire da scrittoio, funzione sempre più richiesta con il diffondersi del lavoro da casa
Così, un tappeto in feltro può trasformarsi, con l’aggiunta di un semplice supporto, in uno strumento per sdraiarsi in casa come su un prato, come avviene grazie a Feel Felt di Maddalena Selvini per Feltrificio Biellese. «L’idea», spiega la designer, «è nata in modo spontaneo, ispirata da quei momenti in cui ci si sdraia all’aperto e basta uno zaino o qualsiasi oggetto morbido per sollevare un po’ la schiena e la testa e sentirsi a proprio agio».
Feel Felt di Maddalena Selvini per Feltrificio Biellese: per vivere la casa in modo meno convenzionale
Ci sono anche, nella generazione dei trentenni, coloro che si spingono ancora oltre con le nuove funzionalità, come fanno Nathan Cussol e Baptiste Cotten con Lo per Conforama, che trasforma un oggetto come il letto della Gen Z in uno spazio organizzato con tutto il necessario per una stanza. Composto da quattro moduli che si integrano su una pedana-letto e rispondono ciascuno a una funzione specifica, Lo è un’indagine sulla vita contemporanea prima ancora di essere un mobile. Più innovativo di così…
Lo di Nathan Cussol e Baptiste Cotten per Conforama è il letto che assolve alle funzioni degli arredi che popolano un’intera stanza di studente o di studente-lavoratore. Quattro moduli agiscono su una pedana-letto e rispondono ciascuno a una funzione specifica