Effetto nostalgia
Gala, la coiffeuse di Febal Casa
Il mobile bar ha dominato i salotti degli anni Cinquanta. Quasi messo da parte, oggi riemerge nel soggiorno come simbolo rinnovato di ospitalità e convivialità.
505 UP System, il sistema componibile per la zona giorno di Molteni&C, si arricchisce del Vano Harry’s, mobile bar progettato da Nicola Galizia
Anche il paravento, con la sua lunga storia alle spalle, è tornato ad essere un prezioso alleato per ridefinire gli ambienti o per trovare un angolo di privacy temporanea.
Disponibile in due misure, Kiori è il paravento curvo di Paola Lenti pensato per l’outdoor. Componibile anche in vere e proprie pareti divisorie
Negli ultimi anni, la dormeuse ha trovato un posto speciale in quanto, in una casa sempre più orientata alle relazioni, soddisfa il desiderio di godere di momenti di relax in solitudine.
La dormeuse Pretty di Armani/Casa è dedicata alle dive del cinema degli anni Venti e Trenta
La poltrona da lettura rivista con forme più enfatiche da Patricia Urquiola nella Bergère 19 per DePadova
Questi sono solo tre esempi che mostrano come i mobili quasi dimenticati stiano tornando in auge per rispondere alle nuove esigenze abitative. Questi arredi stanno quindi vivendo un fortunato revival in quanto uniscono tradizione e modernità, soddisfacendo bisogni rinnovati attraverso soluzioni formali storicamente reinterpretate.
La poltrona a dondolo in versione outdoor: Folio di Raffaello Galiotto per Nardi
È così che trionfa la libertà di mescolare oggetti che raccontano la nostra storia, gusti e personalità, ad esempio, accostando pezzi apparentemente dissonanti perché provenienti da epoche differenti, o perché giocano sul contrasto di materiali, come il mobile in legno della nonna, a cui siamo tanto legati, con sedie in plastica.
Gala è la coiffeuse secondo Febal Casa: una consolle compatta che nasconde all’interno uno specchio e un pratico vassoio portaoggetti con illuminazione a led
Bureau demi-lune, della serie Réminiscence di cui fa parte anche un buffet, entrambi firmati da Bina Baitel per Roche Bobois
Il revival di oggetti semidimenticati enfatizza il mobile particolare in contrasto con il total look, il cui predominio sembra essere minacciato; sarà vero? «Non saprei dire, sicuramente è noioso», afferma Franco Ceccotti, direttore creativo dell’omonima azienda, fortemente ancorata alla tradizione. Basti pensare alle ultime collezioni. Dalla recente Duo disegnata da Roberto Lazzeroni alla linea realizzata con Giuseppe Casarosa.
Il sécretaire Scrinium di Ceccotti Collezioni disegnato da Giuseppe Casarosa
«Con quest’ultimo abbiamo lanciato una serie di arredi che potremmo definire “di ritorno” o dimenticati. Non si tratta di un debutto, ma della conferma che sono prodotti che fanno parte del nostro dna», dichiara Ceccotti. «Mi riferisco, per esempio, al sécretaire Scrinium, utilizzabile come scrittoio, coiffeuse o mobile bar, oppure ai pannelli che un tempo accoglievano gli ospiti all’ingresso: per arricchirli di funzionalità e versatilità d’impiego, li abbiamo riprogettati con Set, un sistema bifacciale, posizionabile a parete o in piedi, accessoriabile non solo con un appendiabiti ma anche con mensole e specchi».
A caratterizzare lo scrittoio Tucano di Monica Förster per Zanotta è un sottile piano in cuoio, realizzato in un unico pezzo
Empire, la lampada a sospensione dalla forma piramidale di Barovier&Toso: elementi tubolari ondulati e irregolari danno vita a suggestivi effetti di luce
Per donare leggerezza alla panchetta scendiletto Riviera, Roberto Lazzeroni disegna una base a struttura geometrica in metallo. Di Flexform