Sfacciato, il bagno si diverte a sconfinare
Luxor di Arbi Arredobagno si contraddistingue per l’anta sottile qui presentata nella variante Intreccio, progettata dallo studio Garcìa Cumini, la cui trama evoca la lavorazione del vimini
Si fa di tutto per ottenere un bagno aggiuntivo. Se fino a ieri le opzioni più popolari erano quelle di dividerlo, quando possibile, o di crearne uno secondario a discapito di una camera, oggi emerge una nuova soluzione: spostarlo e integrarlo con altri ambienti all’interno e all’esterno dell’abitazione. Anche la zona più riservata della casa si apre quindi al nomadismo, offrendo un timido sguardo su nuove aree che rendono il contesto domestico ancora più dinamico.
Questo approccio ibrido alla fruizione penalizza la privacy?
«Assolutamente no, è ancora considerato l’ultimo bastione di intimità», risponde Gergely Agoston, responsabile marketing e comunicazione di Agape, una delle prime aziende a restituire identità e dignità al bagno, capace di cogliere i segnali di cambiamento che nel tempo lo hanno trasformato da semplice locale di servizio a oasi di benessere.
Allora, cosa sta accadendo?
«Credo che in qualche modo si sia ampliato lo spazio privato della casa. Un tempo, le stanze rappresentavano delle separazioni nette, mentre ora sono più accessibili. Pensiamo, ad esempio, alla vasca: non è più una novità che sia entrata nella camera da letto o che sia stata portata all’esterno».
Ideagroup continua la sua ricerca sulle potenzialità espressive dei materiali. Con la collezione Dolcevita opta per un’anta con superficie ondulata. In rovere essenza, crea un affascinante gioco di luci e ombre
In che modo si attenuano i confini?
«Da un lato, c’è la necessità di mitigare il disordine di oggetti eterogenei e poco gradevoli attraverso l’uso di moduli contenitivi, come rasoi e spazzolini elettrici, per citarne un paio. Dall’altro, proprio come in un soggiorno, le pareti si arricchiscono di mensole per esporre oggetti e moduli librerie, poiché, dopo la doccia, il bagno si trasforma in un luogo dove rilassarsi leggendo un libro mentre si è sdraiati su un daybed, un arredo sempre più richiesto. E si arricchisce anche di altre tipologie di sedute: è sorprendente come gli aspetti funzionali vengano spesso sottovalutati in questo ambiente».
Ideagroup continua la sua ricerca sulle potenzialità espressive dei materiali. Con la collezione Dolcevita opta per un’anta con superficie ondulata. In rovere essenza, crea un affascinante gioco di luci e ombre
La metamorfosi da spazio essenziale a emozionale comporterà dimensioni sempre più ampie?
«Lo stiamo già osservando negli Stati Uniti, dove si registra un incremento del numero di bagni e della loro superficie. Ma non si tratta solo di quantità. Questo dato si traduce in un riscontro qualitativo poiché si richiede maggiore attenzione nella cura degli spazi».
Che si traduce anche nella selezione dei materiali. «Esatto. Per esempio, Patricia Urquiola con il lavabo Cenote a colonna (che ha progettato per Agape, ndr) auspica un ritorno alla matericità degli oggetti, oggi dominata dall’estetica del liscio, attraverso tattilità più intense e elaborate, grazie all’uso dell’argilla refrattaria e della pietra lavica. Le superfici, lievemente imperfette, evidenziano così una produzione artigianale».
Con Bloque Patricia Urquiola esalta il fascino sensoriale delle pietre e dei legni. Il sistema di piani d’appoggio e contenitori si distingue per un originale movimento sfalsato delle superfici ottenuto da un ritmato accostamento dei piani. Di Agape
Quindi prevale l’uso di materie prime naturali?
«Per le vasche stiamo notando una diminuzione della richiesta di materiali semisintetici o in resina, e un certo segmento di mercato desidera materiali più pregiati come marmo e legno», conclude Agoston.