Spirito ludico, la dolce musa

Spirito ludico, la dolce musa 1

Creato da Gio Ponti e Alberto Rosselli nel 1960, Triennale di Marazzi è una piastrella che evoca le tessere di un puzzle. Da assemblare con un innovativo gioco di incastri 

Divertimento, gioco e svago fungono da fonti di ispirazione creativa. E portano con sé il magico elemento della libertà espressiva
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Si trae ispirazione da dettagli, suggestioni e stimoli di ogni genere, spesso casuali. Ma il regno del gioco, del divertimento, e in generale lo spirito ludico rappresentano un serbatoio particolarmente ricco da cui attingere. Questo spesso porta a realizzare oggetti che accanto alla loro funzionalità aggiungono una forte carica emotiva. Magari sfidando le convenzioni con forme sorprendenti capaci di divertire. Un divertimento da interpretare nel suo significato più autentico, quello etimologico di divertere, cioè volgere altrove, distrarre. Questa caratteristica diventa ancora più rilevante nel delicato panorama globale che stiamo vivendo, ma anche in relazione a un ambiente domestico che desideriamo sempre più come rifugio, bozzolo e nido. Considerando che ormai siamo abituati a esistere in un universo saturo di oggetti, sentiamo l’urgenza di circondarci di prodotti “forti” che si differenziano dal resto. Ecco perché parlare di “arredi-giocattolo” o “mobili ludici” è decisamente limitativo. Come dimostrano le idee presentate dai grandi maestri del passato e del presente, scegliere questi pezzi d’arredo non implica rinunciare a contenuti di alta qualità. Si pensi alla famosa seduta Mezzadro progettata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1957 per Zanotta, che riprende il sedile in metallo dei trattori. Dalla rinascita negli anni Novanta con gli oggetti creati da Alessi, come la collezione F.F.F. (Family Follows Fiction), fino ad arrivare ai giorni nostri con Pic-a-stic, la lampada a sospensione recentemente prodotta da Ingo Maurer che richiama il gioco da tavolo dello Shanghai o Mikado e può essere assemblata secondo il proprio gusto. Il gioco diventa un elemento comune anche nelle creazioni destinate al mondo dei bambini, spesso reinventando forme zoomorfe attraverso gli occhi dei più piccoli.

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La sedia Rabbit di Stefano Giovannoni per Queebo, qui presentata nella nuovissima versione Dot che la adornano di pois 

Un esempio è Rabbit di Qeeboo, la sedia a forma di coniglio con lunghe orecchie che fungono da schienale accogliente. È stata concepita da Stefano Giovannoni, pioniere del design emozionale, che ha dedicato al tema un libro recentemente pubblicato: Design Narrativo. Fra immaginario e figurazione (24 Ore Cultura, 224 pp, 69 euro). Si tratta di un’opera preziosa perché ricostruisce per la prima volta la storia di questo stile. Inoltre, immagina le future tendenze presentando “oggetti in edizione limitata proposti da gallerie come Nilufar, Carpenters o Friedman Benda e progettati da giovani designer diplomati alla Design Academy di Eindhoven”, come descrive nella prefazione Giovannoni. “Questi oggetti dimostrano il raggiungimento di una grande libertà espressiva in un contesto in cui la creatività diffusa si contrappone alle logiche del lavoro e della produzione industriale, linguaggi che potrebbero diventare un punto di riferimento per l’industria nel prossimo futuro”, prevede il designer.

Quando i designer si ispirano ai giochi

Gli arredi che evocano lo spirito ludico sono capaci di toccare non solo la sfera funzionale ma anche quella emotiva. Ecco alcuni esempi
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