Medaglia d’oro a Gaetano Pesce durante la Settimana del design

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Martedì 16 aprile, durante la Settimana del design, l’università Iulm di ha confermato l’assegnazione della Medaglia d’oro a per la sua straordinaria opera, trasformando il pomeriggio in un toccante mosaico di testimonianze dedicate a un grande Maestro, impossibile da racchiudere in qualsiasi definizione che risulterebbe troppo semplicistica.

Silvana Annicchiarico, che ha diretto il Triennale Design Museum per oltre 10 anni e ha condiviso con Gaetano Pesce una lunga e profonda amicizia, apre la serata con un ritratto che unisce critica e affetto, descrivendo un Gaetano libero, pioniere di un’arte che doveva liberare, un creatore eclettico, imprevedibile e instancabile, sempre alimentato dalla propria indipendenza. Un uomo scomodo, che ha scelto di ignorare le mode prevalenti e il gusto uniforme dei custodi della cultura del design, preferendo essere una spina, ben piantata nel fianco del sistema. La sua dipartita, liquidata con pochi e frettolosi omaggi dall’establishment, ha creato un vuoto imbarazzante nelle istituzioni, dove il suo spirito indomito, forse, non è mai stato completamente compreso. I dogmatici del design razionalista non potevano afferrarlo – continua Annicchiarico – in effetti, non lo apprezzavano. Lo osservavano con incredulità e sospetto. Loro rimanevano all’interno dei binari già tracciati, mentre lui si spingeva sempre oltre, fuori da essi. Capace di essere completamente fisico e materico, ma al contempo metafisico e concettuale, Gaetano Pesce ha fatto dell’arte il proprio manifesto politico.
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Milena e Jacopo Pesce insieme a Silvana Annicchiarico 

Vincenzo Trione, Preside della Facoltà di Arti e turismo di Iulm, che stava collaborando con il sindaco di Gaetano a un progetto pubblico di Gaetano Pesce, interviene descrivendolo così: «Un artista che, oscillando tra astrazione ed empatia, ha scelto esplicitamente l’empatia, esplorando i territori dell’imperfetto, dell’inesatto e del sensuale. Credo che la sua eredità principale sia stata dimostrarci che è possibile fare politica rimanendo un artista ostinatamente diverso da tutti gli altri».
Infatti, dove il politicamente corretto cominciava a prevalere, Pesce è sempre stato politicamente scomodo e disallineato: alla simmetria e alle forme riflettenti ha preferito forme organiche e inesplorate, sostituendo i materiali tradizionali con resine e poliuretano. In alla standardizzazione dello stile internazionale, lui sosteneva l’unicità di ogni pezzo anche all’interno di una serie, nel continuo tentativo di infondere vita negli oggetti. Gli oggetti, con Pesce, si sono arricchiti di una funzionalità aggiuntiva, ovvero quella di stimolare il pensiero. Dopo il suo intervento, non si limitano più ad essere praticamente utili, ma diventano strumenti per la riflessione, permeati di una matrice politica che spesso sfiora la contemplazione esistenziale. Giampiero Mughini, invece, lo ricorda soprattutto come un caro amico: «Non so come definirlo: architetto, designer? No, non basta: era un creatore. In lui, ogni oggetto, anche una poltrona, era l’ipotesi di una poltrona: perché quella poltrona non doveva solo sostenere il corpo dell’interessato, ma anche la sua anima».
Gilda Bojardi, direttrice di Interni, lo ricorda durante gli incontri al Four Seasons di Milano, come un uomo dalla generosità straordinaria: «Era generoso e simpatico, ma non con tutti, solo con chi lo meritava. E con me lo è sempre stato».
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Gilda Bojardi, direttrice di Interni, ricorda Gaetano come un uomo generoso 

L’intervento di Aurelio Magistà, giornalista di ItaliaNow, evidenzia invece il suo spirito polemico e il forte interesse per il panorama italiano. «Durante le interviste dovevo fermarlo», afferma «alla fine era sempre lui a interrogare me. Era uno sperimentatore, che aveva l’intelligenza nelle mani, e le sue opere esprimevano questa estetica intuitiva, non mediata dalla ragione, come se l’artista fosse posseduto dall’ispirazione artistica come un medium».
Tra i suoi stretti collaboratori, Giulia Tosciri, Alessandro Byther e Giuliano Caimi lo omaggiano con commozione e grande affetto, ripercorrendo il percorso fatto insieme e raccontando dettagli inediti sul suo modo di lavorare e sul suo laboratorio creativo, molto simile a una bottega rinascimentale.
, legato all’artista non solo dal lavoro ma anche da una profonda amicizia, lo ricorda come «una persona sempre pronta a mettere in discussione tutto, eccetto l’intelligenza e la fantasia. Non basta una testimonianza», continua, «bisogna comprendere cosa è rimasto di lui dentro di noi».
Marva Griffin e Luisa Delle Piane hanno invece sottolineato la visionarietà e l’estro di Gaetano Pesce, oltre alle scelte sorprendenti e all’amore profondo per l’energia femminile.
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Romeo Sozzi racconta dell’ultima collaborazione con Pesce: un ossimoro vivente tra gusti apparentemente lontani 

Luca Fuso ricorda il lungo sodalizio con mentre Romeo Sozzi (proprietario di Promemoria e Bottega Ghianda) racconta della loro ultima collaborazione, a testimonianza di come due mondi apparentemente distanti si siano uniti grazie all’amore per la vita e per la bellezza.
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Il Rettore Gianni Canova conferisce ai figli di Gaetano Pesce la Medaglia d’oro per l’innovazione, la comunicazione e l’eccellenza culturale 

In conclusione, il rettore dell’università Gianni Canova ha consegnato ai figli Milena e Jacopo Pesce la Medaglia d’oro per l’Innovazione, la comunicazione e l’eccellenza culturale. La medaglia d’oro è firmata da Leonardo Sonnoli.
«Mi sono chiesto perché questa città, di fronte a un artista internazionale che la amava profondamente, abbia lasciato cadere nell’indifferenza la sua morte», ha dichiarato Gianni Canova. «Credo che Gaetano Pesce avesse la colpa più grave per un Paese come l’Italia oggi: era un uomo libero, non apparteneva a nessuna tribù o conventicola, un peccato imperdonabile in Italia».

Addio a Gaetano Pesce. Viaggio nell’opera multidisciplinare del maestro che ha rivoluzionato il mondo della creatività

È impossibile definire il suo lavoro che, in oltre 60 anni di carriera, ha abbracciato i settori del design, dell’arte e dell’architettura in modi sempre sorprendenti e non convenzionali. Grazie a una visione audace e innovativa, ha creato pezzi capaci di unire funzionalità ed estetica ai grandi temi sociali. Dalla poltrona Up all’Organic Building, ecco alcuni esempi che raccontano la sua creatività senza limiti
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