Yiannis Ghikas, da Atene a Milano in un soffio
Yiannis Ghikas, designer ateniese. Laurea in design e una passione per il oggetti e il packaging
Nell’album di famiglia del design, Yiannis Ghikas è il volto che non t’aspetti. Nato ad Atene, con una laurea in informatica, si avvicina al design dopo i trent’anni in un Paese dove la predisposizione verso il contemporaneo non è tra le più evidenti. Questo non gli impedisce di creare un linguaggio originale e innovativo che, nel 2021, lo porta direttamente a Miniforms. L’impresa veneta, riconosciuta per il suo approccio ironico verso il mobile, decide di cimentarsi per la prima volta con un pezzo muranese. Il risultato è un tavolino in vetro soffiato composto da un unico volume dove tre petali fungono da stelo e sollevano il piano.
Soda, firmato da Ghikas per Miniforms, è un tavolino prodotto nella classica fornace muranese
Soda, il nome della creazione ispirato a una caratteristica del vetro, arricchisce il catalogo del marchio e dimostra come anche un designer ateniese possa valorizzare la tipica fusione italiana di artigianato e industria. «Ho studiato informatica perché ad Atene non ci sono scuole pubbliche di design. Per qualche motivo che non riesco a spiegare, ho sempre avuto una passione per gli oggetti e il packaging. Ho cominciato a progettare già durante l’università, poi, a 33 anni, mi sono iscritto a una scuola privata di design del prodotto. La mia formazione in informatica mi ha permesso di utilizzare tutte quelle tecnologie digitali, come la modellazione e la stampa 3D, che sono diventate fondamentali nel mio lavoro».
In un Paese dove le aziende, racconta, non si rivolgono ai designer per avere idee innovative, Ghikas sfrutta il suo spirito cosmopolita e inizia a viaggiare in tutto il mondo, assorbendo culture diverse.
Un’altra interpretazione della famiglia di tavolini Soda. Il nome deriva da una componente del vetro
Sviluppa un interesse particolare per il design di Jasper Morrison «ma ci sono molti altri autori che stimo. Non mi sono mai impegnato a progettare qualcosa con una forte identità locale, né ho mai desiderato utilizzare gli stereotipi che cercano gli stranieri quando visitano qui: nonne sulle porte di casa, asini, rovine classiche. La Grecia non è solo quella antica, tutta barche da pesca e polpi arrosto. Per questo, quando ho avuto l’opportunità di collaborare con i miei amici della piattaforma Myran, ho pensato a una serie di porcellane ispirate alla tecnica Artificiel che modella artigianalmente le facciate dell’edilizia popolare, le palazzine che noi chiamiamo polikatoikia. Ne è nato un progetto assolutamente contemporaneo, ma con una radice locale, che racconta il mio modo di concepire gli oggetti come qualcosa destinato a durare». In sintesi: un altro design (greco) è possibile.