A partire dal 2026, le famiglie italiane che si avvalgono di un collaboratore domestico dovranno considerare un incremento dei costi che può arrivare fino a 83 euro mensili.
Colf, assistenti familiari e tate, in effetti, beneficeranno di un aumento delle retribuzioni minime grazie al rinnovo dell’accordo collettivo nazionale per il settore del lavoro domestico, sottoscritto il 28 ottobre scorso. L’accordo, valido fino al 2028, introduce aumenti graduali e maggiori protezioni per i lavoratori, con conseguenze tangibili sulle finanze dei datori di lavoro.
Come opereranno gli aumenti salariali dal 2026 al 2028
Il nuovo CCNL stabilisce un aumento totale di 100 euro lordi al mese per il livello BS, ripartito negli anni:
- 40 euro dal 1° gennaio 2026,
- 30 euro dal 1° gennaio 2027,
- 15 euro dal 1° gennaio 2028,
- 15 euro dal 1° settembre 2028.
A questi aumenti si sommano:
- Rivalutazione annuale delle retribuzioni minime in base all’indice ISTAT, elevata dall’80% al 90% dell’inflazione accertata a novembre 2025.
- Adeguamento annuale dei contributi previdenziali.
Queste variazioni si applicano interamente alle paghe minime e possono essere in parte assorbite da eventuali superminimi già riconosciuti.
Qual è l’impatto economico degli aumenti per le famiglie
L’incremento dello stipendio per i lavoratori domestici comporta di conseguenza un aumento delle spese a carico delle famiglie che li assumono. Il Sole 24 Ore di lunedì 8 dicembre presenta la tabella di sintesi dei costi per le famiglie, confrontando il 2025 con il 2026:
Gli aumenti oscilleranno in base alla tipologia di lavoratore domestico e alle ore settimanali prestate. Pertanto, in base a quanto riportato nell’immagine, ad esempio:
- Badante convivente (54 ore settimanali): +75 euro al mese, approssimativamente 850-900 euro all’anno.
- Baby sitter livello BS (40 ore settimanali): +83 euro al mese, compreso tra 900 e 1.000 euro all’anno.
- Colf livello B (25 ore settimanali): +53 euro al mese, intorno ai 600 euro all’anno.
Nuove disposizioni per le tutele e i permessi dei lavoratori domestici
Il nuovo CCNL non è vantaggioso unicamente dal punto di vista finanziario. Sotto il profilo del welfare, infatti, introduce anche:
- Estensione dei permessi per l’assistenza a familiari con disabilità gravi.
- Astenensione facoltativa non retribuita dopo il periodo di congedo obbligatorio per maternità.
- Maggiore bilateralità tramite la Cassa Colf, che potrebbe garantire tredicesima mensilità, TFR e altre prestazioni, alleviando l’impatto economico sulle famiglie.
Nel settore domestico quasi il 50% del lavoro è sommerso. L’aumento dei costi potrebbe rappresentare un impedimento per molte famiglie, specialmente quelle che attualmente impiegano lavoratori irregolari. L’introduzione di tutele e strumenti di tracciabilità (attraverso la Cassa Colf, appunto) si propone di rendere più sostenibili le spese, favorendo l’assunzione regolare.
