Nel 2026 Arriva un Bonus Digitale Fino a 20.000 euro: Beneficiari e Requisiti
Si aggiunge un nuovo elemento al cammino della digitalizzazione italiana. Recentemente, è stato introdotto un bonus che potrebbe veramente rivoluzionare le opportunità per migliaia di liberi professionisti e piccole aziende.
Si tratta di un fondo di 150 milioni di euro, attivato dal Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), che segna l’inizio di una nuova fase nella digital transformation del Paese.
Esploriamo in dettaglio di cosa si tratta e chi potrà trarne vantaggio.
Un aiuto concreto per chi desidera modernizzarsi
Il nuovo incentivo è stato creato con un obiettivo chiaro: incoraggiare lavoratori autonomi e Pmi a potenziare la loro infrastruttura digitale, focalizzandosi su cloud computing e sicurezza informatica.
Non è un semplice aiuto per aggiornare strumenti esistenti, ma un supporto finanziario per effettuare un reale salto qualitativo, adottando tecnologie più avanzate, sicure e rispondenti alle esigenze contemporanee.
Per chi è un libero professionista o gestisce una piccola impresa, spesso ostacolato dai costi iniziali, questo rappresenta un’opportunità per sistemare la gestione dei documenti, la sicurezza dei dati, le comunicazioni interne ed esterne e i servizi digitali offerti ai clienti.
Chi può beneficiare del bonus
La categoria di beneficiari del bonus “digitale” è ampia: tutti i lavoratori autonomi e le Pmi con sede in Italia.
Non ci sono restrizioni settoriali: professionisti, negozi, artigiani, micro-imprese, start-up, studi tecnici e consulenti possono inoltrare la propria richiesta.
Tuttavia, esiste una condizione fondamentale: disporre di una connessione internet con almeno 30 Mbps in download. È necessaria una rete stabile e adeguata all’uso di servizi cloud e sistemi di sicurezza avanzati. Pertanto, una semplice ADSL non è sufficiente.
Cosa si può realizzare con il bonus digitale
Il contributo consente di acquistare strumenti e servizi per:
- potenziare la sicurezza informatica,
- adottare soluzioni cloud più sofisticate,
- digitalizzare processi e dati,
- implementare software gestionali e servizi online più performanti.
Sono inclusi sia strumenti hardware che software, oltre ai servizi professionali necessari per configurare e mantenere le nuove soluzioni (fino a un limite del 30% del valore del progetto).
Restano esclusi solamente la formazione e l’acquisto di prodotti identici a quelli già in uso: l’intento è supportare un reale miglioramento, e non un semplice aggiornamento.
Importi e contributi previsti
Per poter accedere all’incentivo, il piano di spesa deve avere un valore minimo di 4.000 euro. In cambio, il Mimit offre un contributo a fondo perduto fino al 50%, con un limite massimo di 20.000 euro per ciascun beneficiario.
I progetti possono essere basati su acquisti diretti o su abbonamenti, o su una combinazione di entrambe le modalità. La durata varia in base alla scelta:
- massimo 12 mesi per soli acquisti,
- almeno 24 mesi per gli abbonamenti.
Il contributo può essere erogato in una o due rate, a seconda dell’avanzamento del progetto.
Fornitori ICT: attenzione alle scadenze per l’inserimento nell’elenco Mimit
Per poter fornire prodotti e servizi idonei all’incentivo, i fornitori ICT devono registrarsi in un elenco ufficiale gestito dal Mimit. Questo passaggio è cruciale: solo i fornitori presenti in questa lista potranno offrire soluzioni ammissibili al bonus.
Le date da annotare sono molto specifiche:
- Apertura domande: 4 marzo 2026, ore 12:00.
- Chiusura domande: 23 aprile 2026, ore 12:00.
Le candidature dovranno essere presentate tramite un’area dedicata sul portale del Ministero, seguendo le istruzioni operative che verranno pubblicate online. Questo sistema è progettato per garantire trasparenza, affidabilità e qualità dei servizi offerti alle imprese.
Quando potranno richiedere il bonus lavoratori autonomi e Pmi
Per i professionisti e le aziende, il portale non è ancora attivo: il Mimit comunicherà le tempistiche e le modalità solo dopo aver completato l’elenco dei fornitori autorizzati.
Inizialmente saranno certificati i soggetti che forniranno i servizi, dopodiché si aprirà la fase operativa per le richieste con modulistica, piattaforma telematica e scadenze specifiche.
Nel frattempo, però, è consigliabile iniziare a prepararsi. Durante questa fase di attesa, infatti, lavoratori autonomi e Pmi possono già attivarsi, ad esempio:
- Controllando la connessione: chi non ha almeno 30 Mbps deve adeguarsi, cambiando contratto o fornitore.
- Analizzando le proprie necessità digitali: individuare cosa manca, cosa è obsoleto e quali sono i rischi reali (dati non protetti, sistemi antiquati, archivi disordinati, mancanza di backup, software non integrati…).
- Elaborando un primo piano di intervento: necessario per non arrivare impreparati quando il portale sarà attivo.