Israele, sì della Knesset alla Commissione d’inchiesta sul 7 ottobre: proteste contro Netanyahu
Primo via libera per un ente che sarà politico e quindi non autonomo, il quale esaminerà anche gli anni precedenti. Le opposizioni e i familiari degli ostaggi criticano il premier: “Desidera sfuggire alle sue responsabilità riguardo alla tragedia”
La Knesset, il parlamento israeliano, ha dato il via libera in lettura preliminare al disegno di legge per la creazione della commissione d’inchiesta politica sul 7 ottobre. Il primo ministro, Benjamin Netanyahu, non ha partecipato al voto, che ha visto 53 membri a favore e 48 contrari. Il progetto di legge sarà ora inviato alla Commissione per la Costituzione, il Diritto e la Giustizia della Knesset per la preparazione in vista delle prossime letture necessarie per la sua approvazione.
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Cosa prevede il disegno di legge
Il disegno di legge richiede una maggioranza di 80 parlamentari su 120 per designare una commissione composta da sei membri e un presidente. Se non si raggiunge un accordo entro due settimane, sia l’opposizione che la coalizione potranno nominare tre membri ciascuna, ai quali si aggiungeranno quattro membri supervisori a rappresentare le famiglie in lutto.
La normativa stabilisce che, se la coalizione o l’opposizione non collaborano al processo o non riescono a scegliere un candidato, sarà il presidente della Knesset a fare la scelta, conferendo alla coalizione di maggioranza il controllo effettivo nel caso di un boicottaggio da parte dell’opposizione.
Netanyahu e i suoi sostenitori hanno a lungo rifiutato l’idea di una commissione d’inchiesta statale, la massima autorità investigativa del Paese, poiché la sua composizione sarebbe determinata dalla magistratura, di cui il suo governo non si fida e che cerca di indebolire attraverso una riforma giudiziaria.
I punti di preoccupazione
Secondo anticipazioni di stampa, la Commissione esaminerà anche eventi che risalgono a 30 anni fa, fino al 1995, per indagare sugli accordi di Oslo firmati con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Questa Commissione sarebbe infatti incaricata di analizzare i fattori che hanno reso Israele vulnerabile, piuttosto che focalizzarsi esclusivamente sull’episodio del 7 ottobre 2023, che ha causato 1200 morti e 251 rapimenti. In questo contesto, saranno scrutinati anche gli organizzatori delle proteste della primavera 2023 contro la riforma giudiziaria del governo, in particolare i riservisti che avevano annunciato di non voler più prestare servizio militare. La posizione delle famiglie delle vittime del 7 ottobre e di quella metà della popolazione che da due anni chiede un’inchiesta indipendente è molto dura: per loro, la Commissione rappresenta un tentativo da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu di sminuire le sue responsabilità. Dura anche la critica della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, che accusa l’esecutivo di voler politicizzare l’inchiesta.
Aula spaccata
Diversi membri della coalizione si sono astenuti dal voto, tra cui il parlamentare del Likud Yuli Edelstein e Zeev Elkin di New Hope (partito fondato da Sa’ar).
Il disegno di legge ha ricevuto il sostegno del partito ultraortodosso Shas e della fazione Degel Hatorah dell’Utj, mentre i membri di Agudat Yisrael non hanno partecipato al voto o, in un caso, si sono astenuti.
I parlamentari dell’opposizione hanno ripetutamente interrotto le discussioni, con i commessi che hanno allontanato esponenti come Meirav Ben Ari di Yesh Atid, Ahmad Tibi di Hadash-Ta’al e Naama Lazimi dei Democratici.
Cosa rivelano i sondaggi
I sondaggi mostrano che la maggior parte dell’opinione pubblica è favorevole a una commissione d’inchiesta statale piuttosto che a una Commissione politica, come previsto dal disegno di legge. Il parlamentare del Likud Ariel Kallner, sostenitore del disegno di legge, ha sottolineato prima del voto che “solo una parte dell’opinione pubblica” avrebbe fiducia in una commissione statale. “L’attuale presidente della Corte Suprema non è un attore imparziale e quindi non può determinare la composizione della commissione. Questa non è la situazione ideale, ma la realtà non può essere trascurata”, ha dichiarato Kallner, aggiungendo che l’indagine deve esaminare “l’impatto delle minacce di rifiuto di prestare servizio militare sull’erosione della deterrenza israeliana nell’anno precedente il massacro; la condotta del livello militare nei confronti di quello politico; e l’impatto dell’intervento della Corte Suprema in materia di sicurezza negli ultimi anni”.
Opponendosi al disegno di legge, il leader dell’opposizione Yair Lapid ha accusato il primo ministro Netanyahu di “sfuggire” alle responsabilità per i fallimenti del 7 ottobre. “Sta fuggendo dalle responsabilità per le valigie di dollari provenienti dal Qatar. Sta fuggendo dalle responsabilità per il fatto che il capo dello Shin Bet lo aveva avvertito che Hamas stava usando il denaro per acquistare armi, e sta fuggendo dalle responsabilità per il fatto che il Capo di Stato maggiore dell’esercito lo aveva avvertito settimane prima che il disastro fosse imminente, che le agenzie di intelligence lo avevano avvertito che un disastro stava per accadere”, ha dichiarato Lapid.
Le manifestazioni
In Israele, durante il voto della Knesset, piccoli gruppi di manifestanti hanno protestato davanti alle abitazioni dei ministri del governo Netanyahu. I manifestanti, in gran parte familiari delle vittime dell’attacco e degli ostaggi, sventolavano cartelli e intonavano slogan che accusavano la coalizione di governo di “seppellire la verità” e di “sputare in faccia” a coloro che hanno perso i propri cari.
“Il governo sta sfuggendo alle proprie responsabilità e sta facendo ricorso a ogni genere di inganno e raggiri. I parlamentari del Likud sosterranno questa proposta delirante e disgustosa”, ha denunciato Rafi Ben Shitrit, padre del sergente maggiore Shimon Alroy Ben Shitrit, ucciso mentre combatteva contro i terroristi nella base militare di Nahal Oz il 7 ottobre 2023. “State sputando in faccia alle famiglie in lutto, state profanando e disonorando la memoria dei caduti. Esorto ogni cittadino con una coscienza sana nello Stato di Israele a non collaborare con questa commissione”, ha affermato Rafi Ben Shitrit.