Alte cariche dello Stato solo ai cittadini italiani per nascita, la proposta della Lega
(ansa)
Lo scopo è variare gli articoli 63, 94, 82 e 122 della Carta Costituzionale, inserendo il nuovo vincolo fondamentale per il capo dello Stato, del Senato e della Camera, del Governo e delle giunte regionali.
È necessario guardare all’esempio degli Stati Uniti. La Lega ha presentato una proposta di legge di natura costituzionale al fine di ammettere all’elezione alle massime posizioni “solamente” i cittadini “italiani dalla nascita”. La suddetta pdl, sottoscritta dal deputato toscano Andrea Barabotti, è stata protocollata il 10 dicembre a Montecitorio e si prefigge di modificare gli articoli 63, 94, 82 e 122 della Costituzione, introducendo la nuova condizione imprescindibile per le cariche di Presidente della Repubblica, e per quelle di presidente di Senato e Camera, Presidente del Consiglio e presidenti delle giunte regionali.
“L’Italia, come tutte le nazioni caratterizzate da standard elevati di benessere e civiltà – si evince dalla proposta di legge -, è attualmente interessata da consistenti movimenti migratori, che rendono essenziale mantenere elevata l’attenzione sulla loro gestione e sul loro controllo. Allo stesso tempo, la nostra nazione fronteggia una tendenza demografica marcatamente negativa, connotata da un tasso di natalità tra i più bassi in Europa”.
“In tale scenario, assume un’importanza specifica la questione di come tutelare l’identità nazionale – si mette in risalto nella premessa – la stabilità istituzionale e la lealtà verso la Repubblica da parte di coloro che sono designati a occupare i ruoli di maggior responsabilità all’interno delle istituzioni dello Stato e delle Regioni. Di fronte alle possibili trasformazioni sociali e ad alcune crescenti pressioni esterne, si rende necessario assicurare che, nei punti più delicati dell’architettura costituzionale, la guida delle istituzioni sia affidata a cittadini che detengono un vincolo primario e totale con la nazione”.
Il testo continua: “La Costituzione italiana conferisce alla cittadinanza il ruolo di base indispensabile per l’esercizio dei diritti politici e per l’accesso agli uffici pubblici e alle posizioni elettive. L’ordinamento definisce in modo preciso che la partecipazione alle elezioni, dai Consigli regionali fino al Parlamento – è riservata ai cittadini italiani, così come la stessa Costituzione, all’articolo 84, prevede il requisito della cittadinanza per l’elezione del Presidente della Repubblica. La presente proposta di legge costituzionale si inserisce lungo tale direttrice e introduce per alcune cariche un requisito supplementare e più specifico: la cittadinanza italiana sin dalla nascita”.
L’intento, si aggiunge, è “assicurare che le personalità collocate al culmine dell’ordinamento istituzionale personifichino un legame originario, pieno e continuativo con la nazione che sono chiamate a rappresentare e a governare. A differenza di quanto verificatosi negli Stati Uniti d’America, dove la condizione della cittadinanza per nascita per accedere alla Presidenza è sancita sin dalle origini della Costituzione, in un Paese forgiato da intensi flussi migratori fin dalla sua fondazione, la maggior parte delle Costituzioni europee non prevede esplicitamente un analogo vincolo”.
E sottolinea ulteriormente: “Ciò è imputabile altresì al fatto che il fenomeno migratorio, in Europa e in particolare in Italia, ha assunto proporzioni considerevoli solo in tempi relativamente recenti, e non ha rappresentato, nei momenti costituenti, un fattore di pressione tale da imporre una regolamentazione specifica sulle cariche apicali dello Stato”.