Donzelli: “Alcune toghe usavano l’Albania per ricattare il governo sulla riforma della giustizia”
Il responsabile dell’organizzazione di FdI in un evento a Firenze: “Lo Stato è in grado di conoscere meglio di un magistrato quali sono le nazioni sicure poiché dispone di informazioni confidenziali che i giudici non possiedono”
Certi magistrati “non erano interessati alla questione dell’Albania o dei migranti. Volevano esercitare pressione sul governo riguardo alla riforma della giustizia. Ma abbiamo approvato la riforma e gli italiani esprimeranno la loro opinione tramite referendum”. Da un evento politico a Firenze, il deputato e responsabile dell’organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, critica i magistrati.
“Lo Stato – prosegue il parlamentare meloniano – possiede informazioni riservate a cui i giudici non hanno accesso, come documenti dei servizi segreti, le agenzie di intelligence, i rapporti con le altre nazioni, e quindi riesce a valutare meglio di un magistrato quali sono le nazioni sicure. Ma qualche giudice ha obiettato ‘No, sono io a saperlo'”.
Donzelli sottolinea il nuovo Patto migrazioni dell’Unione Europea come un successo del centrodestra: “L’UE ha definito quali sono le Nazioni sicure per il rimpatrio degli immigrati irregolari” e “sono esattamente quelle in cui, secondo alcuni magistrati di sinistra italiani, non si poteva procedere al rimpatrio, e hanno bloccato i centri in Albania. Pertanto, utilizzavano strumentalmente la Ue per fare pressione sul Governo sul tema dell’immigrazione e ostacolarlo sulla riforma della giustizia”.