Leva Obbligatoria, Nuova Legge: Sezione Combat e Cyber, Pensione a 50 Anni. Ecco Chi Sarà Reclutato

Leva Obbligatoria, Nuova Legge: Sezione Combat e Cyber, Pensione a 50 Anni. Ecco Chi Sarà Reclutato 1

L’intervento del ministro della Difesa Guido Crosetto innanzi alla Commissione bicamerale Camera– sul Documento di pianificazione pluriennale della Difesa 2025-2027 ha puntato i fari sul possibile ripristino della coscrizione obbligatoria, sulle nuove disposizioni per il personale militare e sull’esigenza di superare la Legge 244/2012, ovvero la riforma che da un decennio pone rigidi vincoli agli effettivi.

I membri del Parlamento hanno domandato spiegazioni in merito al coinvolgimento di forze dell’ordine, militari dell’operazione Strade Sicure, VFP/VFB, tecnici civili e specialisti informatici. Crosetto ha risposto illustrando un modello di difesa totalmente rinnovato, basato su due settori operativi e su una revisione radicale del sistema di carriera e pensionistico.
Le sue dichiarazioni avviano politicamente la riforma e spianano la strada all’arrivo della questione in Parlamento a gennaio.

Crosetto: “La 244 va buttata via, servono più forze e più qualità”

Il ministro ha chiarito che l’attuale assetto delle Forze armate è ancora disciplinato dalla Legge 244/2012, una legge che stabiliva il taglio drastico degli effettivi. La riforma mirava a ridurre il personale a 150.000 militari e a diminuire di un terzo i civili della Difesa.
Tale sistema era stato ideato in un contesto geopolitico differente, quando l’Italia si preparava a ridurre le missioni e a scommettere su forze più esigue ma più tecnologiche. Adesso, però, il panorama è mutato e i numeri non sono più sufficienti.

Crosetto è stato esplicito: «La 244 va buttata via, le Forze armate vanno incrementate. Anche la qualità, con professionalità reperibili unicamente nel mercato e non solo nelle forze armate».

Il ministro ha evidenziato che occorrono competenze che l’Esercito non può creare autonomamente. Per questo motivo desidera aprirsi a una riserva selezionata di civili, con profili tecnici assorbiti dal mondo del lavoro e formati in collaborazione con università e ministeri competenti.
Da qui si sviluppa un modello più ampio, che richiede nuove norme, organici più consistenti e un calendario parlamentare accelerato, già concordato con i presidenti di Camera e Senato.

Due rami dell’Esercito: “combat” e tecnico-cyber

Il fulcro della riforma è la creazione di un doppio percorso operativo, che Crosetto ha illustrato senza mezzi termini. Da un lato un settore combat, numericamente più esteso e in grado di sostenere attività operative e missioni all’estero. Dall’altro una componente tecnico-cyber, composta da specialisti esterni, civili e militari, capaci di intervenire sulle infrastrutture strategiche.

Il ministro ha precisato che il servizio militare obbligatorio, qualora reintrodotto, non riguarderebbe esclusivamente l’addestramento militare tradizionale:
«La coscrizione obbligatoria ci consente di avere un bacino preparato, anche in caso di conflitto: intervenire in una centrale elettrica, un acquedotto, ecc. Quindi fortificare la parte combat più estesa e la parte tecnica cyber».

L’intento è disporre di individui già formati in caso di emergenze nazionali, calamità, minacce ibride o attacchi informatici come già anticipato da TuttoLavoro24.it. Questo nuovo schema non era affatto previsto dalla 244/2012, che riduceva gli effettivi e non prevedeva una riserva tecnica.
Le sollecitazioni dei parlamentari — dall’ipotesi di coinvolgere le forze di polizia, al recupero dei 5-6.000 militari di Strade Sicure, fino alla possibilità di utilizzare VFP/VFB e tecnici civili — convergono tutte verso questa idea di duplice struttura. Crosetto, difatti, ha confermato che Strade Sicure dovrà rientrare gradualmente alla polizia per liberare personale operativo.

Pensionamenti anticipati e nuove regole per il personale

La trasformazione che Crosetto prospetta non si limita agli effettivi: concerne altresì le carriere, i tempi di servizio e le pensioni. Le attuali disposizioni, retaggio della 244, impediscono di creare un esercito più giovane e più duttile.

Il ministro ha espresso chiaramente la possibilità di anticipare il pensionamento anche a 50 anni, spiegando però che si tratta di una decisione politica da dibattere e approvare in Parlamento: «Sul fronte pensionistico si può ipotizzare che le forze speciali possano anticipare la pensione a 50 anni, poiché non sono riqualificabili altrove. Ma occorre trovare una soluzione in Parlamento, serve un cambio di regole epocale».

Tale misura servirebbe a garantire un avvicendamento costante, con inserimenti più numerosi e specializzati. Consentirebbe anche di velocizzare la conversione verso un modello in cui la parte tecnico-cyber richiede professionalità reperibili sul mercato, spesso giovani e con competenze digitali avanzate.
Crosetto ha insistito sul fatto che non presenterà una riforma “di parte”, a gennaio presenterà un DDL per avviare la discussione: «Ci vogliono regole specifiche che non voglio proporre io perché non voglio che siano di parte, devono essere condivise».

Le nuove normative, pertanto, dovranno essere approvate con un’intesa trasversale, senza spaccature politiche, poiché sono destinate a ridefinire lo strumento militare per i prossimi decenni.

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