Mattarella firma cinque decreti di grazia. Chi sono i detenuti beneficiati
(ansa)
Le vicende di Zeneli Bardhly, Franco Cioni, Alessandro Ciappei, Gabriele Spezzuti e Hamad Abdelkarim Alla F. Zeneli Bardhyl
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottoscritto cinque decreti di grazia. Come stabilito dall’articolo 87 comma 11 della Costituzione, i provvedimenti hanno ricevuto il parere favorevole del ministro della Giustizia dopo un’apposita istruttoria.
I cinque detenuti
A beneficiare dell’atto di clemenza, come comunicato dal Quirinale, sono cinque detenuti.
– Zeneli Bardhyl, nato nel 1962, condannato a un anno e sei mesi di reclusione per il reato di evasione dagli arresti domiciliari. Nel concedere la grazia per l’intera pena legata alla condanna, il presidente della Repubblica ha considerato i pareri favorevoli espressi dal magistrato di sorveglianza e dal procuratore generale, i quali hanno sottolineato come il comportamento che ha portato alla condanna (l’allontanamento dalla residenza dove era in regime di obbligo di dimora) non configuri il reato di evasione.
– Franco Cioni, nato nel 1948, condannato a sei anni, quattro mesi e venti giorni di reclusione per l’omicidio volontario della moglie, malata in fase terminale e con la quale aveva condiviso una relazione per cinquant’anni, avvenuto nell’aprile del 2021. Nel concedere la grazia che estingue l’intera pena da scontare (cinque anni e sei mesi di reclusione), il capo dello Stato ha tenuto conto dei pareri favorevoli espressi dal procuratore generale e dal magistrato di sorveglianza, delle condizioni di salute del condannato, del perdono da parte della sorella della vittima e delle circostanze particolari in cui si è verificato il delitto.
– Alessandro Ciappei, nato nel 1974, condannato a dieci mesi di reclusione per il reato di truffa, commesso nel 2014. Nell’adottare l’atto di clemenza per la pena residua da scontare (nove mesi e tre giorni di reclusione), il presidente della Repubblica ha considerato la modesta gravità del reato e l’occasionalità della condotta illecita, il lungo tempo trascorso dalla commissione del fatto e la situazione personale del condannato, che vive e lavora all’estero, dove ha ricostituito il suo percorso di vita.
– Gabriele Spezzuti, nato nel 1968, condannato a una pena detentiva, espiata fino al 2014, e a una multa di novantamila euro per reati legati alle sostanze stupefacenti, commessi nel 2005. Nel concedere l’atto di clemenza per la multa residua da pagare (ottantamila euro), il presidente della Repubblica ha considerato che la pena detentiva è stata scontata, il lungo periodo trascorso dalla commissione dei reati senza ulteriori illeciti e le difficili condizioni di vita del condannato.
– Abdelkarim Alla F. Hamad, nato nel 1995, condannato a una pena totale di trenta anni di reclusione per delitti di concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione, per fatti avvenuti nel 2015. Nel concedere la grazia parziale – che ha annullato una parte della pena da scontare – il Capo dello Stato ha tenuto conto del parere favorevole del Ministro della Giustizia, della giovane età del condannato al momento del reato, e del fatto che durante il lungo periodo di detenzione, superiore a dieci anni, dal agosto del 2015, ha dimostrato un significativo percorso di recupero avviato in carcere, riconosciuto dal magistrato di sorveglianza, oltre al contesto particolarmente complesso e drammatico in cui si è consumato il reato. Questo è stato evidenziato anche dai giudici della corte d’appello di Messina, i quali, nel rigettare l’istanza di revisione per motivi procedurali, hanno sottolineato che per “ridurre la evidente discrepanza tra il diritto e la pena legalmente applicata e la dimensione morale della reale colpevolezza”, si può fare ricorso solo alla grazia, che consente di ridurre o modificare una parte della pena.