Partecipazione: cresce l’astensionismo alle elezioni, tengono associazionismo e volontariato
(ansa)
Questa è l’analisi fornita dalla 28esima edizione dell’Osservatorio “Gli italiani e lo stato”, realizzato da LaPolis-Università di Urbino Carlo Bo con Demos e Avviso pubblico
La 28esima edizione dell’Osservatorio “Gli Italiani e lo stato”, curato da LaPolis-Università di Urbino Carlo Bo insieme a Demos e Avviso pubblico, presenta un quadro complesso, in cui gli italiani sembrano in cerca di una propria identificazione, mentre le divisioni si intensificano. Nell’ultimo anno, non si registra comunque un’attenuazione della partecipazione civica e politica, in contrasto con un costante declino della partecipazione elettorale. Sebbene il consumismo politico sia diminuito, rimane comunque l’azione più comune, praticata dal 45% della popolazione. Il boicottaggio resta stabile al 29%. Anche il volontariato si mantiene costante – al 41% in lieve aumento – e si avvicina all’attività di associazioni culturali e ricreative – al 45% ma con una diminuzione di 5 punti. Le forme non convenzionali di partecipazione rimangono perlopiù stabili. Nella modalità delle “manifestazioni pubbliche di protesta” (21%), superano le “manifestazioni di partito” (18%) e quelle organizzate online (16%).
Nonostante una parte significativa della popolazione continui a non recarsi alle urne – pur riconoscendo le conseguenze negative importanti, principalmente quella di compromettere la qualità della democrazia – il livello di partecipazione ad altre forme di impegno civico evidenzia una popolazione attiva. Infatti, circa un terzo degli italiani partecipa a iniziative legate alle problematiche locali e discute di politica nell’agorà virtuale.
Anche l’attenzione pubblica verso la crisi di Gaza ha messo in luce notevoli fenomeni di mobilitazione, polarizzando sia la società sia il panorama politico. Il 9% degli intervistati afferma di aver partecipato alle manifestazioni a sostegno della Palestina, mentre ben il 48% approva questo tipo di iniziative, pur non avendovi preso parte. Al contrario, il 42%, non condividendo la natura di tali iniziative, non intende unirsi a queste forme di protesta. L’alto livello di polarizzazione si riflette sull’auto-collocazione politica degli italiani. Tra coloro che si identificano come di sinistra, il 27% ha partecipato alle manifestazioni, mentre percentuali notevolmente più basse si riscontrano tra i sostenitori del centro (8%) e del centro-sinistra (11%). Tra coloro che si sentono collocati nel centro e nel centro-sinistra, invece, il 53% nel centro e il 68% nel centro-sinistra apprezzano la protesta, anche senza una partecipazione diretta.
Al contrario, chi si identifica come di destra (67%) e centro-destra (66%) non concorda con queste iniziative. Infine, a ulteriore conferma della polarizzazione, coloro che non si riconoscono in nessuno degli schieramenti di destra e di sinistra si dividono ulteriormente (48% e 45%) tra chi ha sostenuto le iniziative tenutesi in diverse città italiane e chi invece ha mantenuto un atteggiamento più critico. Ciò che emerge dall’Osservatorio è che attualmente gli italiani riescono a definirsi principalmente attraverso le loro divisioni. Si potrebbe riflettere se più ci dividiamo, meglio ci conosciamo.