Indiana Line Utah 5, i diffusori hi-fi dal design vintage che guardano al futuro

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Le Indiana Line Utah 5 sono in vendita a 649 euro la coppia 

Escludendo cuffie e altoparlanti bluetooth, il settore audio è sempre più ristretto e per lo più composto da adulti più anziani. Questo spiega perché nel campo dell’hi-fi si discuta sempre più di vintage e revival, motivo per cui marchi come Nad, Naim, Mission, Quad e Musical Fidelity offrono prodotti recenti che sembrano provenire da riviste di quaranta o cinquant’anni fa. Praticamente nessuno dei nomi storici dell’alta fedeltà è privo di qualche riedizione nel proprio catalogo, a partire da McIntosh e Accuphase, che sono rimasti – almeno nel design – sempre fedeli a se stessi.

Vintage e dintorni

Indiana Line non ha forse la stessa reputazione dei grandi brand inglesi e americani, ma vanta comunque una storia lunga e rispettabile. I diffusori Utah 5, presentati alcuni mesi fa, rappresentano in un certo senso un ritorno alle origini: negli anni ’70, infatti, le casse “Utah” venivano importate in Italia da Selectra e in seguito da Alcor, che nel 1977 ha lanciato una serie di diffusori chiamati Indiana Line. Oggi l’azienda non ha più sede a Torino, ma in Polonia, anche se la distribuzione in Italia rimane capillare, e i diffusori Indiana Line sono disponibili in tutte le principali catene di elettronica. La situazione è un po’ diversa per Utah 5, soprattutto perché le loro dimensioni imponenti non permettono di esporle al meglio tra impianti home theater, minidiffusori e soundbar: tuttavia, sono presenti in catalogo presso diversi noti rivenditori di hi-fi, anche online.

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Il mobile presenta una leggera inclinazione all’indietro che migliora la coerenza temporale tra le tre vie 

Come sono fatte

Le Indiana Line Utah 5 sono , forse la configurazione più comune negli anni Settanta e Ottanta, e sono costruite proprio come allora: non si tratta delle snodate torri che si vedono ultimamente, ma di casse ampie, squadrate, ben rifinite in legno di rovere chiaro o nero, con un frontale nero. Non c’è nulla nel loro design che tradisca l’anno di produzione, come avviene con la serie Linton di Wharfedale o con le JBL Classic L100, il modello che ha dato inizio nel 2019 alla moda del revival nei -fi.

Il cabinet delle Utah 5 è realizzato in MDF robusto, e al tatto risultano piuttosto smorzate. Misurano 32x62x30 cm per un peso di 14 kg, e definirle da scaffale è complicato, anche se possono certamente essere posizionate su una credenza o su un supporto basso, mantenendo sempre una resa sonora equilibrata. Il mobile presenta una leggera inclinazione all’indietro che migliora la coerenza temporale tra le diverse vie. I piedini posteriori sono rimovibili, per consentire un’inclinazione più accentuata se il diffusore viene collocato direttamente sul pavimento, che sembra la sistemazione più adatta, sia per il suono che per l’estetica. Le Utah 5 sono progettate per offrire buone performance in ambienti domestici reali, senza necessità di accorgimenti complicati.

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Il woofer da 270 mm in polipropilene 

Classico ma aggiornato

Dal punto di vista tecnico, le Utah 5 adottano scelte progettuali moderne e piuttosto sofisticate, specialmente per questa fascia di prezzo. Il woofer da 270 mm in polipropilene è alloggiato in un cabinet bass-reflex con doppio condotto rivolto verso il basso: una soluzione che riduce la turbolenza dell’aria e migliora la profondità dei bassi anche a volumi elevati. Il midrange da 150 mm, anch’esso in polipropilene, è collocato in un vano separato, per evitare interferenze con il woofer e garantire una riproduzione più naturale delle voci. Infine, il tweeter da 26 mm utilizza un sistema magnetico potente e una cupola in tessuto per fornire una gamma alta estesa, dolce e priva di affaticamento all’ascolto.

Il crossover è sviluppato sulla base delle esperienze accumulate con i modelli Diva 6 e Tesi 6, ed è ottimizzato per le Utah 5 con l’obiettivo di raggiungere il migliore equilibrio tra dettaglio e musicalità. Inoltre, c’è l’efficienza: 94 dB, un valore raro per diffusori di questa categoria. Questo significa che le Utah 5 possono suonare forte anche con amplificatori non troppo potenti, e lo fanno in modo eccellente.

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Sul retro gli attacchi per i cavi, semplici ma di buona qualità 

Come suonano

Nella nostra prova abbiamo utilizzato un amplificatore Yamaha A-S501, un prodotto con un eccellente rapporto qualità-prezzo, con 85W su 8 Ohm e un prezzo di mercato intorno ai 450 euro. L’accoppiata ci è sembrata ottima, ma è facile immaginare che modelli simili di Denon o Marantz potrebbero portare a risultati altrettanto validi.

Questo anche perché le Utah 5 offrono un calore che aiuta a smussare certe asprezze nella catena di riproduzione, frequenti negli apparecchi più economici. Le voci, in particolare, mostrano una ricchezza e una presenza notevoli, e gli strumenti vengono riprodotti con un realismo paragonabile a diffusori di ben altro calibro. La risposta dei bassi è solida, musicale e anche piuttosto profonda, ma mai eccessiva. A differenza di alcuni diffusori nella stessa fascia di prezzo che puntano su un’estensione artificiale delle basse frequenze per colpire, le Utah 5 privilegiano una resa controllata e precisa. Il registro medio è morbido, espressivo e dettagliato, senza diventare freddo o eccessivamente analitico. Gli alti sono chiari e al contempo raffinati, evitando quella durezza che può risultare affaticante durante lunghe sessioni di ascolto. I diffusori proiettano un’immagine ampia e ariosa, con una buona separazione tra gli strumenti e una sensazione di spazio realistica: che si tratti di un trio jazz, di un’orchestra o di una band rock, le Utah 5 hanno la capacità di farsi da parte e lasciare la musica al centro dell’attenzione.

A differenza di molti diffusori moderni che richiedono livelli elevati per dare il massimo, queste Indiana Line suonano bene anche a basso volume, mantenendo sempre equilibrio e coerenza. Sono ideali per chi ascolta musica in sottofondo o non desidera disturbare i vicini (ma se cambiasse idea, i 94 dB di efficienza consentono di raggiungere volumi notevoli anche con pochi watt a disposizione).

L’ascolto

Per un diffusore così chiaramente vintage, non c’è nulla di meglio che iniziare con un disco d’epoca: Five Leaves Left di Nick Drake, uscito nel 1969. Le Utah 5 restituiscono tutta la delicatezza e la malinconia di questo piccolo capolavoro del cantautore inglese. In River Man, la voce è morbida e intima, mentre gli archi avvolgono la scena con eleganza. I dettagli della chitarra emergono chiaramente, aggiungendo calore e realismo alla canzone: queste Indiana Line non sono progettate per evidenziare i difetti delle registrazioni e, infatti, sono indulgenti anche con il leggero fruscio della registrazione.

In Someone Like You, le Utah 5 mettono in risalto la potente voce di Adele, accompagnata da un pianoforte che riempie la stanza con calore e profondità. Le sfumature emotive vengono riprodotte con grande chiarezza, senza mai perdere naturalezza. Il bilanciamento tra dinamica e controllo evidenzia la forza narrativa del brano.

Le Utah 5 sanno restituire la malinconica intensità dei violini di On the Nature of Daylight con notevole fluidità, mantenendo piuttosto bene l’equilibrio tra gli archi e gli altri strumenti, sia acustici che elettronici, e lasciando emergere tutta la tensione emotiva del brano di Max Richter. La scena sonora è ampia, anche se i vari piani sonori sono un po’ compressi (alcuni minidiffusori di prezzo simile riescono a fare meglio).

Passiamo ai Radiohead, Everything in Its Right Place. Il brano di apertura di Kid A è un ottimo test per la capacità di controllo e trasparenza dei diffusori. Le sovrapposizioni di sintetizzatori e la voce manipolata digitalmente di Thom Yorke vengono riprodotte con una definizione più che soddisfacente, mentre i bassi sintetici sono ben definiti ma senza esagerazioni.

Uno dei punti di forza delle Utah 5 è la loro versatilità. Negli spazi più ampi, riempiono la stanza con presenza e autorità, ma rimangono altrettanto equilibrate e precise in ambienti più ristretti, dove molte casse più voluminose rischiano di risultare invadenti. Sono sufficientemente tolleranti da offrire un suono coinvolgente anche con amplificazioni modeste, ma sanno esprimere tutto il loro potenziale se abbinate a elettroniche più sofisticate. Certo, non sono prive di difetti: chi cerca una resa chirurgica, un dettaglio esasperato o una trasparenza assoluta, potrebbe trovarle un po’ troppo morbide, troppo romantiche.

Ci piace

  • Design retrò
  • Suono accurato
  • Prezzo competitivo

Non ci piace

  • Solo due colori disponibili
  • Dimensioni notevoli
  • Rendono al meglio con amplificatori rapidi e trasparenti

In conclusione

Le Utah 5 non sorprendono con effetti speciali, ma offrono una esperienza d’ascolto autentica, profonda e corretta. Rappresentano un ottimo punto di partenza per chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’hi-fi, ma anche una scelta eccellente per chi cerca diffusori di buone prestazioni senza dover spendere cifre esorbitanti. A circa 650 euro la coppia, per rapporto qualità/prezzo attualmente sul mercato non esiste nulla di comparabile. Potrebbero non eguagliare nemmeno le nuovissime Utah 8: più grandi, più potenti, ma costano 1650 euro.

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