iPhone 17 Pro Max, la prova fotografica

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Il sistema fotografico degli iPhone 17 di alta gamma ha raggiunto un notevole grado di maturità quest’anno. Tutti i sensori del dispositivo offrono una risoluzione uniforme di 48MP, compreso il nuovo zoom ottico 4x, che assicura un miglioramento qualitativo nelle fotografie scattate con lunghe focali. Questa è la differenza più significativa rispetto all’iPhone 16 Pro, insieme al rinnovato design della scocca posteriore che crea maggior spazio tra la fotocamera e il flash LED, ora spostato a destra.

Macchina fotografica “Pro Fusion”

Il sistema “”, un termine di marketing utilizzato da Apple per descrivere il comparto fotografico posteriore di iPhone Pro e iPhone Pro Max, è progettato per la versatilità. I sensori possono operare a piena risoluzione, catturando immagini da 48MP sia in formato RAW che HEIC, oppure generare foto da 24MP, che occupano meno spazio, sempre in entrambi i formati. Apple applica anche sui sensori per offrire una gamma di lunghezze focali diverse da cui attingere, incluso uno zoom digitale 8X che, attraverso un ritaglio a 12MP e un po’ di intelligenza artificiale, produce scatti di alta qualità. È presente anche una nuova fotocamera frontale con sensore quadrato da 24MP, capace di realizzare selfie (foto e video) in modalità panoramica grazie a un ritaglio automatico della scena.

L’elaborazione algoritmica

Oltre ai chiari miglioramenti hardware, Apple afferma di aver anche perfezionato il software. La fase di elaborazione post-scatto si basa su una nuova pipeline che mette in risalto più dettagli “a ogni focale e in qualsiasi condizione di illuminazione”, dichiarano da Cupertino. Anche se in molte situazioni le immagini risultano “perfette”, a volte lo sono un po’ troppo, secondo criteri che non garantiscono necessariamente la migliore foto e, in effetti, possono compromettere la qualità e l’estetica “fotografica” delle immagini. Le foto elaborate automaticamente, per quanto di alta qualità, appaiono spesso un po’ piatte, ridotte nella dinamica e troppo dettagliate. Sembriamo dunque avere risultati più artificiali di quanto desiderato.

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Dettagli e nitidezza tendono ad essere un po’ troppo accentuati nelle immagini processate in automatico dall’algoritmo del telefono. 

Raggiungere la giusta impostazione di elaborazione per ottenere una foto che soddisfi tutti è praticamente impossibile. Questo processamento algoritmico rappresenta il miglior compromesso per generare foto che si adattino bene a gusti diversi e abbiano una qualità sufficientemente buona per la condivisione sui social o per immortalare un momento. La sensazione è confermata, ad esempio, dal fatto che, come già accadeva con l’iPhone 16 Pro, le foto di animali domestici o di bambini piccoli sono tra le migliori che si possano catturare senza modificare alcuna impostazione. In questo caso, il processamento svolge un lavoro eccellente sui toni della pelle e sullo sfocato nella modalità ritratto. Non è un caso che queste siano le immagini su cui la maggior parte degli utenti giudica la qualità fotografica di uno smartphone.

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Fotografia computazionale, croce e delizia: Le foto in notturna sono ancora ottime. In questo scatto abbiamo usato una Live Photo con sfocatura per ottenere l’effetto seta sulle acque dell’Huangpu. 

Per compensare l’appiattimento dello sviluppo algoritmico, Apple ha introdotto già da un paio d’anni gli “stili fotografici” che consentono di modificare alcuni elementi chiave dell’immagine per ottenere risultati più in linea con i propri gusti. Tuttavia, il sistema è piuttosto limitato e influisce principalmente sul colore della pelle dei soggetti. Ciò che ci aspetteremmo, per valorizzare appieno la fotocamera Pro Fusion, è una maggiore libertà creativa con veri e propri profili fotografici simili alle LUT (o ricette) introdotte da vari produttori. Possiamo sperare in iOS 27.

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La modalità ritratto è una buona alleata per scatti come questo, e funziona molto bene anche quando le condizioni luminose non sono ottimali. 

Le migliori RAW del mercato smartphone

La buona notizia è che il processamento automatico non influisce sulla qualità altissima dei dati “grezzi” che le fotocamere dei nuovi iPhone riescono a catturare. Questo offre una notevole libertà di elaborazione, ad esempio tramite Lightroom. L’iPhone 17 Pro, per chi si avvicina con aspirazioni fotografiche, è uno strumento eccellente, che però per produrre immagini di qualità e con un’estetica veramente fotografica richiede un lavoro di post-elaborazione simile a quello necessario per una fotocamera digitale. In altre parole, l’iPhone 17 Pro scatta fotografie straordinarie, a condizione di considerarlo e utilizzarlo con un workflow simile a quello di una fotocamera tradizionale.

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Un’immagine scattata con l’ultra grandangolare e con l’obiettivo zoom allo stesso soggetto. Nelle giuste condizioni di luce i dettagli che i sensori riescono a raccogliere a 48MP sono eccellenti. 

Qui l’immagine a risoluzione piena (12MB)

Un modo per compensare l’estetica algoritmica dell’iPhone è l’uso di applicazioni alternative a quella standard di Apple. Le due che suggeriamo sono Halide e No Fusion: quest’ultima, come suggerisce il nome, mira a eludere l’elaborazione automatica del sistema. Su No Fusion, in particolare, è possibile creare o caricare stili “permanenti” che consentono di realizzare, direttamente dalla fotocamera e senza necessità di elaborazione, immagini più in linea con un’estetica e una grana fotografica.

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Un’immagine scattata in RAW a 48MP con l’obiettivo zoom e successivamente processata su Lightroom e infine esportata con una cornice per la condivisione su Instagram. 

Il vantaggio dell’ecosistema

Questa disponibilità di applicazioni di scatto ed elaborazione professionale delle immagini rappresenta uno dei principali vantaggi competitivi dell’iPhone rispetto ai dispositivi Android, che, sebbene dotati di fotocamere di alta qualità, non offrono un assortimento di app altrettanto ampio. Le poche app che abbiamo provato su recenti smartphone top di gamma Android non sono comparabili in termini di qualità e usabilità alle applicazioni fotografiche disponibili per iPhone. Anche nel caso di applicazioni identiche, come ad esempio Lightroom, la versione per iOS è più curata e più vicina alle aspettative professionali di un fotografo.

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Un altro esempio di cosa è possibile fare con le RAW di iPhone 17 Pro Max. Immagini scattate con la fotocamera principale e lo zoom a 48MP, poi processate in Lightroom. 

Qui il file in alta risoluzione (10,4MB)

In questa prova non abbiamo utilizzato app di scatto dedicate, ma ci siamo limitati all’app ufficiale. Abbiamo comunque scattato sempre in RAW con l’intenzione di elaborare poi le immagini su Lightroom per iPhone. E in questo caso, non ci sono dubbi: le ProRAW di iPhone sono i migliori file che si possano ottenere con uno smartphone. Sebbene siano pesanti, non lo sono eccessivamente, e soprattutto sono estremamente flessibili in fase di editing. La malleabilità dei DNG prodotti dallo smartphone Apple è notevole e paragonabile in tutto e per tutto a quella dei file generati da fotocamere professionali. La libertà creativa che questo offre è uno dei fattori più significativi nell’utilizzo fotografico del dispositivo. Non esiste modalità AI che possa competere: scattare in RAW con iPhone 17 Pro e poi elaborare con Lightroom rappresenta un workflow professionale a tutti gli effetti, con risultati fotografici esponibili e stampabili come le immagini di una fotocamera tradizionale.

In conclusione

Scattando con iPhone 17 Pro è possibile raggiungere un livello di qualità fotografica simile a quello di una mirrorless full-frame, dotata di un obiettivo pesante con apertura ampia? Naturalmente no, a causa dei limiti fisici della (pur sempre piccolissima) fotocamera dell’iPhone rispetto all’ottica di una fotocamera professionale. Tuttavia, è importante ricordare che da un lato abbiamo un computer portatile che svolge praticamente ogni funzione, compresa la fotografia; dall’altro, uno strumento dedicato basato su un sistema di lenti più pesante, costoso e meno maneggevole.

Una selezione più ampia di immagini rispetto all’articolo è disponibile a questa pagina. Per ciascuna foto è disponibile il file in alta risoluzione.

Le due realtà, in conclusione, possono coesistere. Le fotocamere professionali degli ultimi anni sono diventati strumenti di altissima qualità ipertecnologici, grazie anche ai progressi della fotografia computazionale. D’altra parte, lo smartphone rimane uno strumento versatile che può, se necessario, sostituire una fotocamera. L’iPhone 17 Pro svolge egregiamente questo compito, a condizione di controllare l’algoritmo e di sapere cosa si sta facendo sia al momento della composizione dello scatto, sia durante la sua “sviluppo” con le applicazioni appropriate.

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