Monica Armani. Dalle Dolomiti un altro punto di vista

Monica Armani. Dalle Dolomiti un altro punto di vista 1

L’architetto e designer è originaria di . Da 25 anni collabora professionalmente e nella vita con Luca Dallabetta 

 

Ispirazioni e tempo libero. Un accoppiamento che funziona per molti designer, come nel caso di Monica Armani che condivide: «Vivere immersi nella natura stimola notevolmente la mia creatività e quella di mio marito (Luca Dallabetta, anche partner in affari), siamo molto attivi, la bicicletta e lo sci sono le nostre passioni principali. Prendere una pausa dalla routine e scoprire una parte delle spesso ci offre una nuova prospettiva per i nostri progetti. È una magia che si ripete costantemente».

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Le sedie Flair O’ e il tavolo Allure O’ di Monica Armani per B&B

 

Da progetti interni a quelli esterni, sono molti i lavori presentati da Monica Armani. I temi ricorrenti sono la tecnica dell’intreccio e le forme fluide e accoglienti. Tra le collaborazioni più durature, quella con . Protagoniste, due collezioni di arredi outdoor complete di ogni accessorio. «Collaboriamo con Varaschin da cinque anni, la prima collezione è stata Emma, che si arricchisce ogni anno: sedie, tavoli, cuscini, lampade, lettini e molto altro. Abbiamo creato un intreccio fitto, composto da linee orizzontali, verticali e oblique». Cosa manca per completarla? «Per il 2024 stiamo progettando un divano modulare». Cambia la tecnica, ma l’intreccio rimane per Emma Cross.

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Sedia outdoor in teak della collezione Ukiyo, progettata da Monica Armani per Tribù

 

«È realizzata con un filo più spesso, il risultato è più leggero. L’intento era di offrire una varietà di colori, è stata una sfida per la sostenibilità economica». Qual è la soluzione? «Le strutture degli arredi sono prodotte in serie, poi, a seconda delle preferenze del cliente, personalizziamo l’intreccio. La base rimane invariata, ma cambia il colore della lavorazione». Mobili indoor che possono essere spostati all’esterno e arredi outdoor che trovano spazio all’interno, è questo il concetto alla base della collaborazione tra Monica Armani e B&B Italia.

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Collezione , ideata da Monica Armani per Turri

 

Oltre alla collezione outdoor, ci sono due novità per gli interni. Linee semplici, ma significative. La sedia Heri O’ è realizzata in legno laccato e tessuto. «Il cuscino dello schienale non è incastrato come avviene per le , ma semplicemente appoggiato: grazie al peso, rimane in posizione. I braccioli hanno la forma di due semicerchi, richiamano le linee di tutto ciò che ho progettato per l’azienda. Per la prossima stagione l’idea è di offrirla in alluminio per l’outdoor». Dal successo della versione per esterni nasce la seduta per interni Flair O’ (un tributo all’eleganza di Jackie O’). «L’elemento che ha colpito è l’intreccio, lo abbiamo mantenuto, modificando la base».

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Linee morbide, schienali alti e un intreccio con filo più grosso. E’ Emma Cross, collezione completa ideata per Varaschin 

 

Novità per la prossima stagione? «Stiamo sviluppando una collezione di complementi outdoor ampliata». Cambiano le aziende e i metodi di lavoro, ma le linee tondeggianti rimangono costanti.

Per Tribù, la designer presenta una collezione outdoor in teak. «Ho creato sedute, tavoli e lettini utilizzando il tubo tondo. La collezione si chiama Ukiyo, un concetto significativo per la cultura giapponese, in questo caso riferito alla scrittura e al segno. I loro ideogrammi presentano queste linee morbide e i loro , simili alle gambe degli arredi che ho progettato, tendono a rastremarsi». La collezione Roma per Turri trae ispirazione dall’architettura italiana e dagli archi romani a tutto sesto.

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Monica Armani arricchisce la collezione Roma per Turri con un divano modulare formato da due elementi e con tavolini a cilindro 

 

«Loro sono molto abili con il laccato lucido, insieme abbiamo progettato una nuova tecnologia. Abbiamo lavorato sui pannelli creando un motivo che viene prima stampato e poi lucidato direttamente sul prodotto, l’effetto è straordinario». Ci sono collaborazioni future in cantiere? «Sto lavorando a nuovi progetti, anche a livello internazionale, ma non è ancora giunto il momento di rivelarli. Mi piace operare su più fronti, senza pormi limiti».

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